lunedì 12 settembre 2011

Il telefonino selvaggio

Ho da tempo accettato l'idea che, con l'avanzare dell'età si diventa più insofferenti e brontoloni. E che la nostra pazienza sembra aver ristretto le sue capacità. Però ci sono occasioni in cui non ce la facio proprio ad essere tranquillo e paziente. Una di queste occasioni mi è capitata ieri sera (11 settembre 2011) ad un concerto di musica classica. Fondamentalmente mi considero un rockettaro ma non disdegno un buon concerto di classica se ne ho l'occasione. Ho sempre pensato che la classica abbia una sua sacralità che va rispettata. Se gli orchestrali sono tradizionalmente in completo scuro camicia bianca e cravatta scura (gli uomini) e in abito lungo o quanto meno semielegante (le donne) mi sembra logico che anche il pubblico dovrebbe indossare un abbigliamento di conseguenza. Pare però che negli ultimi tempi la cosa non sia poi tanto condivisa se mi è capitato di incrociare uomini attorno alla quarantina in bermuda e ventenni con jeans sdruciti e cappelletto stile baseball USA. Vabbè, chiudiamo un occhio! Ma dover sopportare per tutta la durata del concerto il lampeggiare di un telefonino o di un blackberry, mi dispiace ma proprio non lo sopporto. E mi sono trattenuto dal comunicare alle due persone telefoninodipendenti quello che pensavo di loro solo perchè ero in posizione abbastanza defilata rispetto a loro. Ma posso benissimo immaginare il fastidio di coloro che stavano a fianco o immediatamente dietro. Onestamente mi piacerebbe sentire dalla viva voce di queste due persone che tipo di piacere abbiano potuto trarre da una esecuzione piacevolissima della sinfonia n° 4 di Tchaikowsky se la loro attenzione era concentrata sul quadrante del maledetto apparecchietto. Badate che non sono un oppositore della evoluzione comunicativa ma penso che comportamenti del genere siano più lo specchio di una involuzione mentale.

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